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Mediobanca segnala alla Bce Caltagirone e Delfin: possibile concertazione per il controllo di Generali, Mps e Piazzetta Cuccia

Lo rivela il Financial Times, secondo cui Mediobanca teme che Delfin e Caltagirone stiano per ottenere il controllo delle tre principali istituzioni finanziarie del Paese senza l’ok delle autorità. Anche Generali segnala a Ivass e Consob sospetto “concerto”

Mediobanca segnala alla Bce Caltagirone e Delfin: possibile concertazione per il controllo di Generali, Mps e Piazzetta Cuccia

Lotta senza esclusione di colpi nel risiko bancario italiano in vista delle due importanti assemblee di aprile: quella di Mps, che si terrà il 17, ma soprattutto quella di Generali, in programma il 24.. La protagonista di oggi è Mediobanca che ha segnalato alla Banca centrale europea il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio poiché teme che stiano per ottenere il controllo di tre delle principali istituzioni finanziarie del Paese – la stessa Mediobanca, Mps e Generali – “senza l’approvazione delle autorità di regolamentazione”. Lo rivela il Financial Times, citando “persone a conoscenza dei fatti”.

Mediobanca segnala alla Bce Caltagirone e Delfin

In una presentazione inviata a marzo alle autorità di regolamentazione, Mediobanca ha illustrato come la società di investimento Delfin della “famiglia miliardaria Del Vecchio” e “il magnate delle costruzioni Francesco Gaetano Caltagirone” potrebbero insieme ottenere il controllo di Mediobanca, Monte dei Paschi di Siena e dell’assicuratore Generali, ovvero “tre delle più prestigiose istituzioni finanziarie italiane”, scrive il quotidiano britannico.

Ad oggi, infatti, Delfin e Caltagirone, sono due dei principali investitori in ciascuna delle società, con partecipazioni individuali comprese tra il 5% e il 20%. Nel dettaglio i due gruppi possiedono quote di Piazzetta Cuccia e Mps, ma anche di Generali. Delfin ha in mano il 9,8% di Mps, Caltagirone il 5% (primo azionista è il Tesoro con l’11%). Entrambi i gruppi sono soci di Mediobanca: Delfin con il 19,8%, Caltagirone con il 5,5%. E ancora: Mediobanca è primo azionista di Generali con il 13,1% e nell’azionariato del Leone ci sono anche Delfin (9,9%) e il gruppo Caltagirone (6,92%). 

“Entrambi si sono scontrati con i direttori generali di Mediobanca e Generali in merito alla strategia, ma finora non sono riusciti a spodestarli”, si legge sul Financial Times, che sottolinea come l’offerta ostile da parte di Mps, sostenuta dallo Stato, per la sua più grande rivale Mediobanca “ha alzato la posta in gioco a causa di una rete di partecipazioni incrociate che potrebbe amplificare l’influenza degli investitori in ciascuna delle società se l’offerta dovesse avere successo”.

Delfin e Caltagirone potrebbero arrivare al 29% di Generali

A causa della partecipazione del 13% di Mediobanca in Generali, l’operazione potrebbe dare al duo un’influenza complessiva del 29% sulle azioni della compagnia assicurativa, nonostante ne detenga direttamente solo il 16%. Nella sua presentazione, “Mediobanca ha espresso preoccupazioni di governance riguardo all’influenza eccessiva che gli investitori potrebbero ottenere dalla catena di investimenti collegati”, hanno detto le persone che ne conoscono i contenuti. Il timore di Mediobanca, dunque, sembra essere quello che ci sia una concertazione tra azionisti che, per legge, dovrebbe essere dichiarata alla Bce. In assenza di una notifica, l’autorità può congelare i diritti di voto. Fonti vicine a Delfin e Caltagirone hanno negato al quotidiano britannico il coordinamento tra i due.

Anche Generali segnala a Ivass e Consob

Nel frattempo, anche Generali ha fatto la sua mossa. In vista dell’assemblea in programma il prossimo 24 aprile, scrive Ft, il Leone avrebbe segnalato all’Ivass e a Consob il sospetto che Delfin e Caltagirone stiano agendo in concerto.  

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